La street photography è una cosa seria, oggi invece viene trattata come un ramo della fotografia accessibile a chiunque, a volte come la fotografia “facile” da eseguire e dalle mille opportunità.
La storia della street photography nel tempo si è arricchita di moltissimi autori che hanno segnato questo genere fotografico con il linguaggio che li ha contraddistinti e con il significato storico delle loro fotografie. Ma soprattutto la street photography ci ha lasciato opere fotografiche inestimabili che lasciano una traccia indelebile della nostra storia.
Ecco il primo punto è questo, cosa vogliamo raccontare con i nostri scatti di street?
Osservando le migliaia di fotografie che invadono il web, posso determinare una serie di motivazioni per cui una o l’altra foto è stata scattata, ma cito solo le motivazioni che ho trovato più evidenti: copiare autori famosi, raccontare un paradosso, fotografare un disagio.
La prima cosa che mi viene da dire è “ci siamo persi” !
Abbiamo completamente stravolto il target di questo genere fotografico, ma sopratutto siamo diventati invadenti, ossessivi, abbiamo iniziato ad abusare del prossimo. I nostri obiettivi entrano prepotentemente nella vita delle persone, la maggior parte delle volte lo fanno in maniera meschina utilizzando un tele, ma la cosa peggiore è che non raccontano nulla se non il disagio di chi stiamo fotografando.
Allora ridiamo senso alla street photography, usandola per raccontare una società che non è fatta esclusivamente di paradossi, dell’attimo, o del disagio, raccontiamo la storia della società che stiamo vivendo, ma facciamolo con coraggio. Facciamolo entrando in contatto con le persone, conoscendole, conoscendo le loro storie, ma soprattutto incrociando il loro sguardo.
Facciamo studiando gli autori che hanno segnato ogni epoca della storia della fotografia!